Un’occasione per mostrare, attraverso iniziative ed azioni concrete, che il cambiamento sociale e personale a cui aspiriamo è possibile.
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 2 ottobre, giorno della nascita di Gandhi, ‘Giornata Mondiale della Non-violenza’ invitando Stati, personalità e associazioni a celebrare la ricorrenza. Abbiamo accolto la notizia con molto entusiasmo perché immaginiamo che saranno molte le organizzazioni sensibili all’appello delle Nazioni Unite che sapranno cogliere l’occasione per dare vita, in tutto il mondo, a iniziative dedicate alla non-violenza.
La decisione delle Nazioni Unite mostra molta sensibilità ai temi della non-violenza e della pace, e auspichiamo che non si tratti di una vuota formalità. Corriamo infatti il rischio che, attraverso proclami e operazioni di facciata, si approprino della Giornata proprio quelle istituzioni che concorrono a generare tanti tipi di violenza e che si mostrano, allo stesso tempo, sempre attente al marketing e all’immagine.
Pensiamo con questo alla violenza della guerra (anche e soprattutto delle guerre “umanitarie”), ma non solo: ci vengono in mente i lavoratori precari, i pensionati e tutti i nuovi poveri che sperimentano sulla propria pelle la violenza del sistema economico; i provvedimenti che mirano a liberalizzare i settori della sanità e dell’educazione, e che mostrano che l’interesse principale dei governi è il pareggio del bilancio e non il benessere dei cittadini…
La violenza, di qualsiasi tipo, viene tante volte presentata come un male necessario e questa ipocrisia finisce col creare una vera e propria frattura all’interno della coscienza. Tolstoj, nelle appassionate pagine de Il Regno di Dio è in voi che hanno contribuito alla formazione di Gandhi, denunciava proprio questa ipocrisia, che si evidenzia in qualsiasi tipo di guerra: “ogni guerra, la più benigna, con tutte le sue conseguenze ordinarie, la distruzione delle messi, i furti, la dissolutezza, l’assassinio, con la giustificazione della sua necessità e della sua legittimità, con l’esaltazione delle gesta militari, l’amore della bandiera, della patria, con le finte sollecitudini per i feriti, ecc., perverte, in un solo anno, più gente che migliaia di saccheggi, d’incendi, di assassinii commessi durante un secolo da individui isolati, spinti dalla passione” Non è difficile cogliere l’attualità di queste parole se pensiamo a come, nel clima di incertezza e di paura per il nostro futuro in cui viviamo, anche le relazioni umane quotidiane stiano diventando sempre più crudeli.
Abbiamo bisogno di invertire la rotta e la Giornata Mondiale per la Non-violenza può essere un segnale lanciato da tutte le organizzazioni e i singoli individui che hanno a cuore il futuro dell’umanità per dare il via ad azioni concrete e non puramente formali in tutti gli ambiti.
Dire in modo chiaro ed inequivocabile il nostro No alle armi nucleari e all’occupazione dei territori stranieri è un passo fondamentale nella direzione della non-violenza e dobbiamo farlo prima che sia troppo tardi. Abbiamo bisogno di unirci e di formulare obiettivi sui quali operare con continuità, per dimostrare che è possibile quel cambiamento profondo nel nostro modo di agire e di vivere di cui oggi si sente fortemente la necessità.
5 settembre 2007
Ileana Prezioso