Se qualcuno pensasse che solo la guerra porti morte e sofferenza, allora si sbaglierebbe di grosso. La morte e la sofferenza che sorgono da una guerra sono la forma più evidente della violenza, cioè la violenza fisica. Ma anche altre forme di violenza portano morte e sofferenza e sono quella economica, quella psicologica, quella razziale, quella sessuale e quella religiosa.
Per questo possiamo dire che le scelte fatte dalla Nato in risposta all’invasione russa portano indiscutibilmente una grande violenza economica nel mondo che fa da sfondo ad altre morti e sofferenze.
“La violenza economica è quella che ti fa sfruttare l’altro; eserciti violenza economica quando derubi l’altro, quando non sei più il fratello dell’altro ma un animale rapace nei confronti del tuo fratello.” tratto da La Guarigione della Sofferenza, Silo
Se andiamo a cercare in internet, oppure sulle enciclopedie, la voce Violenza Economica essa sarà sempre relazionata ad un tipo di violenza familiare dove il capofamiglia, solitamente un uomo, soggioga e sottomette la moglie e i figli grazie alla detenzione del potere economico nell’ambito familiare. E’ chiaro che questo tipo di sottomissione si può estendere a tutta la società grazie ad un modello economico, a Paesi, a multinazionali, che arrivano ad avere monopolio e controllo di risorse e servizi necessari alla sopravvivenza e sviluppo dei popoli.
Vediamo quello che sta succedendo più specificatamente con la guerra in Ucraina.
La prima cosa che salta all’occhio, oltre ad uno stato intero da ricostruire, sono le sanzioni applicate dalla Nato alla Russia. Queste sanzioni si muovono proprio sul principio del capofamiglia che vuole soggiogare la moglie. In questo caso il “capofamiglia” Nato vuole punire la Russia per aver invaso l’Ucraina, ma questo crea una serie di problemi anche al resto della famiglia. Innanzitutto le sanzioni stanno facendo aumentare i prezzi di tutto ciò che produce la Russia che però non può più esportare in Europa, inoltre questo non può impedire al gigante euro-asiatico di vendere le sue risorse a tutti quei paesi che non aderiscono alle sanzioni (4/5 del mondo) che, tra l’altro, permetterebbe loro di rivenderli all’Europa stessa. Nonostante questi “raggiri” ciò non impedisce alla finanza del modello neoliberista dominante di speculare sui prezzi e di farli comunque aumentare. Non dimentichiamoci che i produttori di scarpe marchigiani, che avevano la Russia come unico mercato, hanno aperto società in Kazakistan per triangolare le loro vendite in Russia e aggirare così le sanzioni. I perbenisti, con le spalle ben coperte, non hanno fatto mancare le loro critiche a quei “furbi” imprenditori, che non avrebbero potuto fare diversamente, visto che i governi europei non hanno previsto aiuti a tutti coloro che in Europa vivono grazie alle esportazioni verso est. Abbiamo aumentato le nostre importazioni di gas naturale da Algeria, Congo ed Angola. L’Algeria è uno stretto alleato della Russia, chi potrebbe impedirle, se a corto di estrazioni, di importare grandi quantità di gas dal suo partner per poi rivendercelo con sopra una cospicuo guadagno? Congo ed Angola, invece, sono strettissimi collaboratori della Cina (in Congo si conatno milioni di morti e si stanno verificando migrazioni di massa a seguito di atti violenti di guerriglia ad opera di gruppi jihadisti in realtà eteroguidati da interessi stranieri, Cina e Turchia in primis, sui giacimenti di terre rare, coltan, oro, ma i morti del Congo non sono importanti vero Di Maio?).
Che cosa faremo tra qualche anno, quando il nuovo nemico della Nato diventerà la Cina stessa? Torneremo dalla Russia?
Un’altra conseguenza della guerra in Ucraina è la scarsità nel mondo di grano, mais e oli di semi. Questo non solo a causa della guerra stessa, che non permette all’Ucraina di produrre quanto necessario, ma per il blocco delle navi nel Mar Nero causato dalla guerra nei porti ucraini e dal divieto sanzionatorio per i russi. Per l’Onu, la guerra porterà altre 13 milioni di persone a soffrire la fame, peggiorando la crisi della pandemia. Aumenteranno moltissimo i flussi migratori causati dalla fame stessa. Cosa diranno i partiti di destra, sempre molto attenti sul fronte immigratorio, quando arriveranno a decine di migliaia a causa del loro appoggio alle sanzioni?
Russia e Ucraina esportano il 30% del grano tenero mondiale. Problema che si sovrappone alla scarsità e all’aumento del costo dei fertilizzanti, di cui la Russia è il primo esportatore mondiale, come anche dei mangimi animali. In più, paghiamo dazio per il trattamento distruttivo che è stato riservato a tutti gli agricoltori europei, costretti per anni a vendere alle grandi filiere a prezzi improponibili a causa della competizione dei paesi dell’est (propria della deregulation del neoliberismo), che ha portato molti agricoltori ad abbandonare questo tipo di coltivazioni. Ecco, questa è la violenza che è stata fatta in passato dal nostro stesso sistema e che, in qualche modo, torna a colpirci.
Per finire, ma solo perché stiamo parlando dei macro-effetti della guerra, l’aumento della spesa militare al 2% del Pil, che per un paese che naviga nell’oro, al di là della questione morale, forse non sarebbe neanche un problema. Il problema si pone in quanto, contemporaneamente, la spesa per la sanità e per l’educazione è calata di oltre 0,5% del Pil. Questo, dopo due anni di pandemia, dove chiunque in tv, dai piddini ai fratellini d’Italia ai leghini, sosteneva la necessità di aumentarne la spesa dopo anni di tagli, per dare più posti letto, più terapie intensive, un miglior seguimento dei pazienti da parte dei medici di base, più ricerca, più medici e più infermieri. Ecco, arriva la guerra e con essa un nuovo buon motivo per sforbiciare la spesa pubblica a danno, come al solito, della popolazione più povera, a favore delle multinazionali e dei privati.
Mediamente in Italia una persona guadagna 1.400 euro nette al mese, togliamoci:
– 100 euro mensili per l’inflazione attuale (6,7%)
– 100 euro mensili per il raddoppio delle bollette
– 40 euro mensili per l’aumento di benzina e gasolio
– circa 60 euro mensili sulle previsioni di aumenti sulla spesa alimentare
– circa 20-30 euro mensili per gli aumenti delle addizionali comunali e regionali (anche regioni e comuni hanno le bollette raddoppiate)
– circa 30 euro mensili per futuri aumenti di ticket sanitari e costi di medicine mutuabili.
Totale -350 euro ogni mese che il governo compenserà con un bonus una tantum di 200 euro.
Ovviamente qui stiamo parlando di chi un lavoro ce l’ha e non lo perderà, figuriamoci tutti gli altri.
In sintesi, in un mondo globalizzato le sanzioni non hanno nessun senso, fanno solo aumentare i prezzi di tutte le materie prime, dando una gran sponda a tutti gli speculatori, e i primi a rimetterci sono sempre le popolazioni più povere, non solo quelle degli stati sanzionatori, ma di tutto il mondo. E chi è responsabile di questo? Ovviamente i paesi che aderiscono alle sanzioni sono i primi responsabili. E non mi si venga a dire che no, la responsabilità è di Putin, perché le sanzioni sono solo uno strumento di pressione. Perché se Putin resta responsabile dell’invasione nonostante gli attacchi in Donbass da parte ucraina degli anni precedenti, allora i paesi Nato restano i responsabili delle sanzioni e di tutte le conseguenze delle stesse e delle speculazioni che stanno alla base del sistema neoliberista di cui Europa e Stati Uniti in primis ne sono i portabandiera.
Hanno deciso di utilizzarle nonostante le moltissime ricadute, non solo sulla Russia o sull’Europa, ma sul mondo intero, che porteranno morte e sofferenza come la guerra stessa!
Angelo Colella
Europa per la Pace