Nella guerra in Ucraina si è aperta una nuova fase: cominciano a crollare le ideologie finora usate per giustificare l’appoggio militare contro l’invasore e il conseguente invio sempre più imponente di armi.
Il diabolico circolo vizioso – aiutare il popolo ucraino inviando armi, l’invio di armi produce più morti, più morti giustificano un maggiore invio di armi… – ha mostrato tutte le sue contraddizioni.
Sono numerose le cose che, nascoste per diversi mesi, ora cominciano ad emergere. Soprattutto le ultime dichiarazioni di Stoltenberg, segretario generale della NATO, hanno messo in evidenza chi è che davvero non vuole la pace. Il ruolo degli USA e dell’Inghilterra stava già venendo chiaramente fuori, esplicitamente nelle loro dichiarazioni ma anche nel concreto e massiccio appoggio alla guerra. Vogliono una guerra contro la Russia fino all’ultimo ucraino!
Finalmente quanto abbiamo detto alcuni mesi fa comincia ad essere comprensibile: “Non siamo di fronte ad un conflitto russo-ucraino ma davanti ad una guerra tra USA e mondo anglosassone da una parte e Russia dall’altra” con l’Europa che si è allineata (o sottomessa) al cosiddetto atlantismo e partecipando indirettamente alla guerra ha perso la possibilità di porsi come mediatrice in questo conflitto.
La giusta condanna all’invasione dell’Ucraina è stata solo una giustificazione: stiamo comprendendo che la soluzione che ci hanno prospettato per porre fine alla guerra è una guerra molto più grande!
Molto importanti sono anche gli studi di molti economisti: le sanzioni sono un boomerang. Di fatto hanno prodotto un avvicinamento tra Russia e Cina e porteranno, se si persegue in questa direzione, l’Europa ad una recessione.
Lentamente ci stiamo liberando dal fumo delle ideologie e della propaganda e possiamo finalmente porci seriamente alcune domande: è possibile fermare questa guerra, salvare vite umane e il disastro totale di un popolo? Possiamo evitare una terza guerra mondiale? Possiamo salvarci in Europa e nel resto del mondo da una crisi economica senza precedenti?
La nostra risposta è chiara: l’Europa deve modificare la direzione verso la quale si muove e trasformarsi in un’Europa per la Pace. Ma questo cambiamento non lo faranno gli attuali leader, agenti e pazienti di giochi di potere. Non lo farà nessun partito e nessuna istituzione, tutte responsabili del disastro attuale.
Solo un grande movimento popolare nonviolento lo può fare. Se questa affermazione anni fa poteva suonare come una frase utopica, una frase che pronunciavano solo poche persone idealiste, oggi sta diventando l’espressione di una necessità. D’altra parte il “realismo” e il “pragmatismo” ci hanno portato a questo punto, cioè sull’orlo di un baratro…
Questo Movimento sarà tale solo se avrà una partecipazione massiva, senza vertici, non centralizzato ma diffuso sul territorio in comitati cittadini e di quartiere.
Per creare questo Movimento sarà necessario che le organizzazioni, gli intellettuali, gli artisti,.. già attivi, sensibili ed impegnati nella direzione della pace facciano un grande passo avanti verso la convergenza, una grande convergenza nella diversità. Nessuno ha risorse e mezzi di informazione per competere con chi oggi fomenta la guerra e la violenza. Solo convergendo possiamo essere una forza sociale, arricchita dalla presenza di persone di diverse idee politiche, religiose e culturali, unite dall’obiettivo comune di promuovere la pace.
Oggi solamente una grande forza sociale di base, un grande movimento popolare, può fermare la catastrofe che sta crescendo in Italia, in Europa e nell’intero pianeta.
Sarà una potente espressione di creatività, intelligenza e sensibilità e inarrestabile nel suo cammino.
Appoggia questo cambiamento e la creazione di questo Movimento.
Gerardo Femina
Europe for Peace