Un’Europa per la pace
Un’Europa libera dalle armi nucleari
In tutto il mondo scienziati e artisti, militari e pacifisti, donne e uomini, giovani e anziani dicono: la guerra è un disastro!
L’Europa rappresenta per molti un’aspirazione, un modello economico, un riferimento culturale, l’idea stessa di benessere e sicurezza sociale. L’Unione Europea cresce e sempre nuovi paesi chiedono di poterne far parte.
L’ Europa vuole “promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli“, ma questo desiderio si scontra con una realtà che negli ultimi anni é cambiata velocemente: il terrorismo internazionale, la guerra in Iraq, il ricorso alla violenza per risolvere i conflitti internazionali, regionali e locali, la strategia della guerra preventiva e soprattutto una nuova folle corsa agli armamenti nucleari.
Le dichiarazioni di Stati Uniti e Francia sulla possibilità di usare per primi la bomba atomica contro il terrorismo, le affermazioni del Giappone sulla possibilità di entrare nel mondo dell’atomica per scopi difensivi, l‘intenzione dell‘Iran e della Corea del Nord di proseguire nel loro programma nucleare, lasciano tutti sgomenti.
La Europa, abdicando al suo ruolo di potenza economica e culturale mondiale, frammentata nei suoi governi nazionali e subordinata alla strategia politica militare degli Stati Uniti, accetta l’installazione di nuove basi, favorendo l‘aggravarsi delle tensioni internazionali.
I popoli in tutta Europa, invece, chiedono: diamo una possibilità alla pace!
L’Europa non deve appoggiare alcuna politica che trascini il pianeta verso la catastrofe: qui è in gioco la vita di milioni di persone, è in gioco il futuro stesso dell’umanità. Le armi nucleari vanno smantellate oggi, prima di usarle; dopo sarebbe troppo tardi. Che i politici siano alla altezza della situazione o si facciano da parte!
L’Europa ha l’occasione storica di essere un modello positivo e trainante per tutti quei paesi che stanno avviandosi all’integrazione regionale in America-latina, in Asia e in Africa. L’Europa ha l’occasione di avviare una politica internazionale di distensione e di pace, che possa aprire i nuovi orizzonti e i nuovi cammini che l’essere umano ha bisogno di percorrere. L’Europa ha l’occasione di mettersi alla testa di un cambiamento epocale come avanguardia della Nazione Umana Universale.
Chiediamo che l’Europa scelga una politica di pace, decisa e non-violenta. Chiediamo come misure urgenti e irrinunciabili:
un’Europa libera da armi nucleari: pretendere dagli Stati Uniti il ritiro di tutti gli ordigni nucleari presenti nelle basi USA-Nato per il loro smantellamento, e l’eliminazione degli arsenali nucleari della Francia e della Gran Bretagna, come primi passi per avviare il programma di disarmo nucleare globale con la supervisione dell’ONU.
dichiarare illegali le armi nucleari secondo la sentenza del Tribunale Internazionale del 1996.
la cancellazione di qualsiasi accordo per l’installazione o l’ampliamento di basi militari di potenze straniere sul territorio.
il ritiro delle truppe dei paesi europei dai territori occupati.
la ricerca della mediazione diplomatica e del dialogo per la soluzione dei conflitti.
Nelle strade delle grandi metropoli e delle loro periferie, nei piccoli centri urbani e rurali d’Europa, qualcosa di nuovo sta nascendo: una sinfonia dolce ma potente, che come un uragano travolge ogni ingiustizia, ogni sopruso, ogni violenza. Nessuno potrà farla tacere, perché è la speranza piu‘ profonda dell’essere umano.
Amiche e amici di tutta Europa, costruiamo con la forza della non violenza un’Europa di pace!
Praga, 22 febbraio 2007
Giorgio Schultze
Guerra O Pace?
Condanniamo l’aggressione armata della Russia nei territori dell’Ucraina, pur consapevoli dei molteplici interessi economici e politici che precedono e motivano il conflitto.
La nostra priorità è far cessare la guerra, salvare vite umane e frenare il disastro economico, che pagheranno come al solito i popoli e le persone più povere e fragili.
Vogliamo la pace. E la pace si raggiunge con il dialogo e il negoziato, non sostenendo il conflitto con l’invio di armi e soldati. La vita umana è il valore più alto e nessuna ragione geopolitica, nessuna ragione economica, nessuna pretesa guerra per la liberazione sono al di sopra dell’essere umano.
Salvare veramente il popolo ucraino dal disastro vuol dire far tacere tutte le armi. Per questo denunciamo l’irresponsabilità di tutte le istituzioni che fomentano la guerra con l’invio di armi all’Ucraina: Governi europei, Regno unito, Governo statunitense, NATO, Unione Europea…
Chiediamo all’Organizzazione delle Nazioni Unite di esercitare con decisione il proprio ruolo per il mantenimento della pace e della sicurezza mondiale.
Chiediamo a tutti i governi che non sostengano questa guerra nemmeno con un euro, un soldato o un fucile, perché questa scelta serve solo a renderla più cruenta, più lunga, con più morti e più sofferenza. Chiediamo che non si adottino sanzioni destinate a peggiorare la vita delle popolazioni in qualunque latitudine del pianeta.
Chiediamo che l’Unione Europea contribuisca alla pace, come dichiarato nel suo trattato istitutivo, e si ponga come interlocutore indipendente in questo conflitto. Che operi attraverso la mediazione diplomatica e il dialogo, prendendo in considerazione le richieste e le inquietudini di entrambe le parti, per arrivare ad un accordo che porti al cessare delle ostilità.
Incombe su tutti noi la minaccia di una guerra nucleare, che può scoppiare anche per un incidente. Per questo chiediamo a tutti i governi di aderire immediatamente al trattato per la proibizione delle armi nucleari, entrato in vigore il 22 gennaio 2021.
Le armi nucleari vanno smantellate ora, dopo sarebbe troppo tardi.
Siamo indignati con tutti quei leader che, nonostante le notevoli risorse economiche e tecnologiche di cui dispongono, sono incapaci di creare una società giusta e veramente umana.
Non vogliamo essere complici di tanta irresponsabilità.
Assumiamoci la responsabilità del nostro futuro, facciamo appello alle nostre aspirazioni più profonde, che ci legano al cuore di ogni essere umano, per cambiare il segno distruttivo degli eventi.
Protesteremo in tutte le forme nonviolente per raggiungere questo obbiettivo: la guerra è un disastro, costruiamo la pace.