In base al sospetto che dietro alle esplosioni che colpirono due depositi di munizioni nel 2014 ci fosse la mano di due agenti segreti russi, la Repubblica Ceca ha espulso 18 funzionari dell’ambasciata russa. Secondo il Primo Ministro A. Babis “… esiste un ragionevole sospetto di coinvolgimento delle unità dei servizi segreti russi nell’esplosione di depositi di munizioni nel complesso di Vrbětice nel 2014”.
Le informazioni ufficiali fornite dalla televisione nazionale e le dichiarazioni del governo sono però molto confuse e non si riesce ad avere un quadro chiaro degli avvenimenti.
Si pone molta enfasi nel fatto che i due agenti russi siano gli stessi che forse tentarono di uccidere l’ex spia russa in Inghilterra nel 2018, ma non si comprende la relazione con gli avvenimenti del 2014.
Le esplosioni dei depositi di munizioni sono sempre state considerate fino a ieri degli sfortunati incidenti. In questa nuova versione dei fatti non è chiaro il ruolo degli agenti russi: volevano rubare le munizioni o solo farle esplodere? E soprattutto a che fine?
Si accenna al conflitto tra Ucraina e Russia e si collega l’evento anche alla guerra in Siria, ma senza dare le informazioni necessarie per comprendere la relazione tra queste cose.
Il ministro J. Hamacek, senza chiarire il contesto, oggi ha affermato che la seconda esplosione è stata un errore e probabilmente doveva avvenire in Bulgaria, cosa che rende il tutto ancora più misterioso.
Tutte queste informazioni allarmanti vengono intercalate dalla notizia che Navalny lotta per la libertà con uno sciopero della fame.
Trovare una logica, un filo conduttore coerente in tutto ciò è davvero un’impresa titanica; al di là delle parole, la sensazione generale che si va diffondendo è che la Russia sta minacciando la sovranità nazionale e per questo è necessario chiedere l’intervento della NATO.
Bisogna ricordare che circa un mese fa il premier ceco prospettò l’idea di utilizzare lo Sputnik, ma dopo un colloquio telefonico con il Ministro degli Esteri statunitense Blinken dichiarò che la Repubblica Ceca non aveva bisogno del vaccino russo. La settimana scorsa sempre Babis ha dichiarato che per salvare vite umane bisognava accelerare le vaccinazioni e quindi era necessario utilizzare anche il vaccino russo. Il Ministro degli Esteri Hamacek aveva pianificato un viaggio a Mosca per domani, lunedì 19 aprile, ma tutto è stato bloccato dalla notizia del possibile coinvolgimento degli agenti russi nelle esplosioni del 2014.
E’ difficile evitare la sensazione che ci sia stato un intervento esterno.
Senza dubbio con l’elezione di Biden la politica degli Stati Uniti, dopo la pausa di Trump, ha ripreso da dove si era apparentemente fermata: lo scontro con la Russia in Ucraina. Ed è proprio in Ucraina dove il conflitto potrebbe esplodere pericolosamente nel futuro immediato con l’appoggio degli alleati europei.
Gerardo Femina
Europe for Peace