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"Giornata per il disarmo nucleare e contro la guerra globale". 16 giugno 2007, Torino, Piazza Castello
Il 16 giugno all’interno della campagna “Europa per la pace”, è stata realizzata una giornata per il disarmo nucleare a Torino e contro la guerra globale. L'iniziativa, organizzata da "Mondo senza guerre" e "Cantieri di pace" (un forum di associazioni torinesi per la diffusione della cultura della pace, della solidarietà e dei diritti per tutti), ha preso avvio alle 10:30 con stand informativi di numerose associazioni, spazio conferenze e palco con musica e artisti di strada. Proprio all’inizio della manifestazione è giunta la notizia della liberazione di Rahmatullah Hanefi da parte del governo afghano, che è stata data dal con grande commozione dai volontari di Emergency, presenti alla giornata.Alle 12 circa la conferenza con il prof. Massimo Zucchetti, professore di Impianti Nucleari al Politecnico di Torino) che ha raccontato del "Club della bomba atomica" (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia i 5 "grandi vincitori della II guerra mondiale" - a cui si sono aggiunti i tre "membri di fatto" India, Pakistan, Israele e da ultimo - nel 2006 - la Corea del Nord), della situazione attuale in Corea ed in Iran e delle ragioni per cui lo scudo stellare causerebbe il superamento della cosiddetta "Mutua Distruzione Assicurata" (MAD) mettendo il pianeta sull'orlo di una possibile "guerra nucleare", la conferenza è andata avanti fino alle 13:30 con molte "interessanti ed interessate" domande dei partecipanti.
Alle 16 circa ha preso avvio la conferenza con Tiziano Tissino (Beati i costruttori di pace) e Jan Tamas (portavoce Coordinamento No Basi della Repubblica Ceca) che hanno discusso della protesta contro le bombe nucleari presenti ad Aviano e Ghedi (l'Italia infatti "ospita allegramente" ben 90 bombe atomiche, presenti nelle basi di Aviano e Ghedi Torre, per una potenza 900 volte superiore alla bomba sganciata nel 1945 su Hiroshima). Un pericolo evidente per la sicurezza di milioni di persone e un rischio ambientale incalcolabile di cui pare poche persone siano a conoscenza (i risultati di un sondaggio promosso da Greenpeace nel 2006 dicono che il 70% degli italiani non sa degli accordi con gli Stati Uniti, e soprattutto sei su dieci, una volta informati, sono contrari.) Tissino ha continuato: “L'Italia fa parte del trattato di non proliferazione (Tnp): la presenza di ordigni a Aviano e Ghedi, quindi, è illegale dal punto di vista formale oltre che inaccettabile nella sua sostanza anche su questi motivi abbiamo mosso denuncia al Governo USA per richiedere la rimozione delle bombe atomiche presenti nel territorio italiano”.
Jan Tamas ha raccontato dell'esperienza del comitato No Basi della Repubblica Ceca, nato nell'agosto 2006 quando ha cominciato ad emergere un po' di informazione sul piano degli Stati Uniti di installare due nuove basi militari in Europa, una in Polonia e una nella Repubblica Ceca. Queste basi dovrebbero far parte del cosiddetto National Missile Defense System, successore del progetto iniziato negli anni Ottanta da Reagan e conosciuto come "Star wars" (lo scudo stellare di cui abbiamo discusso al mattino con il prof. Massimo Zucchetti). Si è creato un ampio coordinamento di oltre 40 organizzazioni e organizzato diverse manifestazioni, parlato ai mass-media e tenuto conferenze stampa. Sembra che questa forte opposizione abbia portato gli americani a sospendere i loro tentativi per qualche mese, cercando allo stesso tempo di usare i mass media per convincere i cechi dei vantaggi di una base militare USA nel loro paese. Adesso cercano di convincere la gente che i radar non sono pericolosi. Ma la popolazione proprio non capisce quale sarebbe il vantaggio di una base USA e della presenza di militari USA nel nostro paese (i sondaggi dicono che oltre il 65% della popolazione è fortemente preoccupata e contraria alla presenza dei radar USA in Repubblica Ceca). Tamas precisa è necessaria anche una visione ampia, a livello europeo, che inquadri la nostra azione e che ci faccia sentire untiti e solidali con altri. Il movimento in Repubblica Ceca in soli 10 mesi ha raggiunto molti risultati è appoggiato dalla grande maggioranza della società civile e da molte Istituzioni locali (Sindaci, Deputati, Comuni ma non dal Governo) sta rivendicando un referendum popolare e si mobilita anche per: il ritiro da parte degli Stati Uniti delle 500 bombe nucleari custodite nelle basi Nato in Europa e perché non ci sia nessuna nuova base militare USA in Europa.
Ha aperto gli interventi dal palco Giorgio Schultze (Portavoce del Forum Umanista Europeo), che ha presentato la campagna “Europa per la pace” e sottolineato l’importanza di un’azione congiunta a livello europeo per una politica internazionale di distensione. Si sono poi succeduti Jan Tamas (Portavoce del Coordinamento "No Basi" in Rep. Ceca), Elena Savoini (Tavolo No F35, Novara), Tiziano Tissino (Beati i Costruttori di Pace), Giorgio Rivoltella (Coordinamento No F35, Novara), oltre ad alcuni appelli. Alberto Perino (Movimento No Tav) ha portato l’esempio di un movimento, non direttamente legato al tema del nucleare, che è riuscito ad incidere sulle politiche del territorio grazie ad una attiva partecipazione popolare contro le decisioni di un governo ormai non più riconosciuto dalla gente. Il Presidio permanente del No dal Molin ha inviato un messaggio, poiché a causa dell’inizio inaspettato dei lavori di ampliamento alla base militare degli Stati Uniti nessuno ha potuto partecipare alla manifestazione.
Nel pomeriggio spettacolo con artisti/atleti della Capoeira brasiliana del gruppo "Senzala" con il mitico maestro ContraMestre Luis Clàudio sotto "l'immancabile pioggia serale" (commento: da paese tropicale nel quale a causa di inquinamenti vari si sta trasformando il nostro paese e la nostra città).
La giornata che ha visto la partecipazione attiva di moltissime persone e che ha riscosso la curiosità e coinvolto l'interesse di molti cittadini torinesi si è conclusa con la fiaccolata del simbolo della pace alle 21 circa e con un divertente spettacolo di un artista di strada argentino.
Antonio Grassedonio, Cantieri di Pace
Paola Rossi, Mondo senza guerre