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Il Parlamento dell’Ecuador approva una risoluzione per la messa al bando delle armi nucleari
Martedì 15 dicembre 2015 il Parlamento della Repubblica dell’Ecuador ha approvato con 82 voti a favore, 1 contro e 23 astenuti una risoluzione in cui prende posizione a favore di un trattato internazionale di proibizione delle armi nucleari.
Presentata dalla parlamentare María Augusta Calle, la risoluzione è stata redatta in collaborazione con ICAN, campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari, Mondo senza Guerre e senza Violenza e l’agenzia stampa internazionale Pressenza.
Prima del voto, Calle ha chiesto al Parlamento di accogliere Tony Robinson, condirettore di Pressenza, che ha esposto le ragioni per cui è urgente e necessario avanzare nella direzione di questo trattato di proibizione. Dopo l’intervento di María Augusta Calle ce ne sono stati altri sei, che hanno proposto modifiche al testo. Tutte tranne una sono state inserite nella versione finale, che pubblichiamo qui di seguito.
LA SESSIONE PLENARIA
CONSIDERANDO CHE:
La Costituzione della Repubblica stabilisce all’articolo 5 che: “L’Ecuador è un territorio di pace. Non sarà permesso installare basi militari straniere, né strutture straniere con fini militari. E’ proibito cedere basi militari nazionali a forze armate o di sicurezza straniere”.
La Costituzione della Repubblica stabilisce all’articolo 416 che: “Le relazioni dell’Ecuador con la comunità internazionale risponderanno agli interessi del popolo ecuadoriano, a cui i suoi responsabili ed esecutori renderanno conto e di conseguenza (..) 4. Promuove la pace e il disarmo universale; condanna lo sviluppo e l’uso di armi di distruzione di massa e l’imposizione di basi o installazioni a fini militari di alcuni paesi nel territorio di altri”.
Quest’anno si commemora il settantesimo anniversario del bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki, che ha fatto centinaia di migliaia di morti e ha condannato molti altri a una vita di sofferenza e stigma sociale; gli effetti di una bomba atomica infatti non sono limitati nello spazio e nel tempo e molte delle sue ripercussioni causano danni genetici alle future generazioni.
I sopravvissuti, detti «hibakusha», molti dei quali hanno dedicato la vita a informare il mondo delle loro esperienze per garantire che le future generazioni non debbano affrontare gli stessi orrori, sono sempre meno numerosi e portano con sé i ricordi di prima mano;
Tre conferenze sull’impatto umanitario delle armi nucleari, organizzate da Norvegia, Messico e Austria negli anni 2013 e 2014, hanno contribuito in modo sostanziale alla comprensione collettiva della portata distruttiva delle bombe nucleari e hanno dimostrato che i rischi legati all’esistenza stessa delle armi nucleari sono molto maggiori di quanto si pensasse in precedenza. Tali rischi aumentano ogni volta di più con i continui programmi di modernizzazione, con nuovi rischi di proliferazione e nuove vulnerabilità tecnologiche, come quelle costituite dagli attacchi cibernetici;
E’ stato dimostrato al di là di ogni dubbio che nel caso di un’esplosione nucleare nessuno Stato, gruppo di Stati od organizzazione internazionale ha la capacità di fornire un’assistenza adeguata e significativi aiuti umanitari davanti alle conseguenze catastrofiche e agli impatti futuri che essa genererebbe;
Nelle succitate conferenze, secondo gli ultimi modelli scientifici sulle previsione degli effetti delle armi nucleari nell’atmosfera, la detonazione di 100 ogive nucleari sopra delle città creerebbe le condizioni per un inverno nucleare che costerebbe la vita a due miliardi di esseri umani. I più colpiti saranno quelli che vivono in situazioni precarie di alimentazione e salute, dunque se anche una guerra nucleare scoppiasse nell’emisfero nord, il più colpito sarebbe quello sud;
Il Trattato di non proliferazione nucleare (TNP) stabilisce nell’articolo VI che tutte le parti si “impegnano a perseguire quanto prima negoziati in buona fede sulle misure effettive sulla cessazione della corsa agli armamenti nucleari e il disarmo nucleare, e per un trattato sul disarmo generale e completo sotto controllo internazionale rigoroso ed effettivo”;
Data l’importanza della piena applicazione dei tre pilastri del TNP – il disarmo nucleare, la non proliferazione e l’uso della tecnologia nucleare a fini pacifici – si ritiene deplorevole l’incapacità di adottare un documento finale da parte della Conferenza di Revisione del 2015. Il fallimento di questa conferenza deve dare nuovo impulso agli sforzi per iniziare negoziati multilaterali sulla proibizione e l’eliminazione delle armi nucleari, secondo quanto stabilito dall’Articolo VI dello stesso trattato;
A prescindere dal fatto che possiedano o no armi nucleari, tutti gli Stati hanno il diritto di partecipare agli sforzi che condannino, proibiscano e portino all’eliminazione delle armi nucleari. Pertanto si ritengono validi e utili i tentativi degli Stati che non possiedono armi nucleari per portare avanti il disarmo considerando le conseguenze umanitarie. Tali tentativi non devono essere bloccati da nessuno Stato, né devono essere condizionati dall’approvazione di altri Stati, compresi quelli che possiedono armi nucleari;
Esercitando le sue prerogative costituzionali e legali
Decide di:
Art. 1.– Condannare il fatto che Stati possessori di armi nucleari come la Russia, gli Stati Uniti, la Cina, la Gran Bretagna, la Francia e altri che stanno per disporne si siano imbarcati in costosi programmi di modernizzazione dei loro arsenali nucleari, contro lo spirito del Trattato di Non proliferazione Nucleare (TNP). Questo danneggia gravemente la credibilità delle loro dichiarazioni pubbliche e minaccia di contrapporre ancora di più gli Stati che possiedono armi nucleari e quelli che ne sono privi, creando un sistema internazionale di apartheid nucleare.
Art. 2.– Ricordare che tutti i firmatari del TNP hanno la responsabilità di agire per proteggere i loro popoli dai pericoli delle armi nucleari, attraverso la loro proibizione ed eliminazione.
Art. 3.– Sostenere l’approvazione, nel primo comitato dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nella diciassettesima sessione di quest’anno, della risoluzione che “esorta tutti gli Stati a identificare e applicare misure efficaci per colmare il vuoto giuridico rispetto alla proibizione ed eliminazione delle armi nucleari e a collaborare con tutte le parti interessate per raggiungere questo obiettivo” e la risoluzione che ha formato un “gruppo di lavoro aperto sulle misure, le disposizioni e le norme giuridiche efficaci e concrete che sarà necessario adottare per creare e mantenere un mondo senza armi nucleari”.
Art. 4.– Esortare alla moderazione perché chi è autorizzato a mantenere armi nucleari non le aumenti e tanto meno le usi e perché i paesi membri del TNP non le usino e chi non ne fa ancora parte lo firmi e lo rispetti.
Art. 5.– Lanciare un appello al governo ecuadoriano per prendere tutte le misure possibili perché il gruppo di lavoro aperto giunga a conclusioni che portino ad aprire negoziati su un trattato per la proibizione ed eliminazione delle armi nucleari.
Art. 6.– Congratularsi con i governi della Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi (CELAC) per il loro forte impegno a favore del disarmo nucleare, soprattutto nell’ultima dichiarazione di quest’anno nella città di Belén, in Costa Rica, che pone la regione all’ avanguardia degli sforzi mondiali per arrivare a un trattato di proibizione delle armi nucleari.
Art. 7.– Lanciare un appello alla CELAC perché nel suo prossimo vertice, previsto per la fine di gennaio in Ecuador, faccia passi avanti in vista di un trattato per la proibizione ed eliminazione delle armi nucleari e offra un luogo adatto per ospitare i futuri negoziati di tale trattato.
Art. 8.– Denunciare il fatto che nonostante il TNP sia entrato in vigore nel 1970, il mondo non si è avvicinato all’obiettivo del disarmo nucleare.
Art. 9.– Diffondere questa Risoluzione attraverso i mezzi di comunicazione, perché il popolo ecuadoriano conosca il pericolo che il paese e il mondo corrono nel caso di una guerra nucleare in qualsiasi punto del pianeta.
Art. 10.– Trasmettere questa Risoluzione al Ministro degli Esteri e della Mobilità Umana.
Dato e sottoscritto nella sede dell’Assemblea Nazionale, situata nel Distretto Metropolitano di Quito, provincia di Pichincha, il 15 dicembre 2015.
Pressenza.com